giovedì 24 luglio 2025

3. IL PUNTO DELLA SITUAZIONE NELLA SELEZIONE DEGLI INTERRUTTORI DI PROTEZIONE DI BT IN CONDIZIONI DI APPLICAZIONE FUORI STANDARD

 Potere di chiusura in cortocircuito, art. 5.3.6.1, CEI EN IEC 60 947-2; 03 - 2025)

Ricordiamo che il potere di chiusura in cortocircuito nominale indica il valore di cresta massimo (Icm, di picco, valore istantaneo) della corrente di cortocircuito che l’interruttore può stabilire/portare, senza subire danni, secondo il ciclo di aperture e chiusure previsto  dalla norma tecnica. Il costruttore deve verificare che in corrispondenza del massimo picco di corrente tutte le parti dell'interruttore resistano alle sollecitazioni meccaniche, cui esse risultano sottoposte.  Il valore di cresta da associare al valore efficace della corrente di cortocircuito è tanto maggiore quanto minore è il fattore di potenza del circuito in esame. La norma tecnica CEI EN IEC 60947-2 prescrive, per quanto ricordato, che la prova debba essere eseguita rigorosamente ad un fattore di potenza non superiore ad un predeterminato valore di riferimento convenzionalmente definito.    


Potere di interruzione in cortocircuito; art. 5.3.6.2, CEI EN IEC 60 947-2; 03 - 2025)

 La prova relativa al potere nominale estremo di apertura/interruzione in cortocircuito (Icu), secondo il ciclo di chiusure ed aperture indicato nella norma, verifica, quando richiesto, la corretta funzionalità dell’interruttore nell'interrompere la massima prevista corrente di cortocircuito che il costruttore gli assegna, definita questa con il suo valore efficace. 

I fattori che determinano tale valore efficace, che, vista la natura più o meno induttiva degli ordinari circuiti interessati, risulta in genere maggiore del valore efficace della corrente presunta di cortocircuito, sono

-il fattore di potenza del circuito di guasto, che coincide con quello della corrente di cortocircuito, che determina l'energia da dissipare nella camera di estinzione dell'arco dell'interruttore;

-l’istante in cui inizia il distacco dei contatti dell’interruttore per eseguire l’interruzione (break time), che determina il valore efficace effettivo della corrente da interrompere, tanto maggiore rispetto al valore efficace della corrente di cortocircuito permanente, quanto più in fretta l'interruttore si attiva per operare l'interruzione.

La norma tecnica CEI EN IEC 60947-2 chiede pertanto che anche la prova di apertura in cortocircuito sia eseguita rigorosamente ad un fattore di potenza ben definito e non ad esso superiore. Si tratta naturalmente dello stesso fattore di potenza che vale per la prova relativa al potere di chiusura in cortocircuito. 

L’esito positivo di entrambe le prove si può estendere a tutti i valori di corrente di cortocircuito pari e inferiori a quello di prova e con fattore di potenza non inferiore a quello di prova.  La norma tecnica non prevede di poter estendere i risultati positivi delle prove relative all’aspetto della apertura in cortocircuito ad aspetti relativi alla chiusura in cortocircuito e viceversa.


mercoledì 16 luglio 2025

2. IL PUNTO DELLA SITUAZIONE NELLA SELEZIONE DEGLI INTERRUTTORI DI PROTEZIONE DI BT IN CONDIZIONI DI APPLICAZIONE FUORI STANDARD

 Si sa che le norme CEI EN IEC 60947-1 e 2, che trattano le regole per definire le prestazioni e le prove degli interruttori di protezione di BT, caratterizzano  gli stessi interruttori, per quanto attiene al loro comportamento in caso di cortocircuito, da un potere di chiusura e da un potere di interruzione nominali. Questi due poteri hanno in comune il fattore di potenza (FDP) della corrente di cortocircuito (CCC). Al comune FDP i due poteri sono da riferire. Con l'assegnato valore del FDP gli interruttori sono attentamente verificati in laboratorio con l’attribuzione finale dei  due poteri ben distinti. Si tratta di due ben diverse prestazioni, con cui ogni progettista di impianti elettrici deve confrontarsi[1]Oggi nelle situazioni fuori standard che vedono il FDP (fattore di potenza) inferiore a quello di prova le modalità previste dalla norma tecnica, con cui procedere alla selezione degli interruttori, e la definizione delle relative responsabilità di scelta ci sembrano rispettivamente errate ed imprecisa.

Osserviamo in proposito quanto segue.

Ogni importante riferimento al fattore di potenza della corrente di cortocircuito convenzionale di prova è sparito  da molti anni sia dalle targhe degli interruttori che dalle note dei relativi cataloghi.

La norma tecnica  CEI EN IEC 60947-2 di contro fa sempre riferimento nella attribuzione dei poteri di chiusura e di interruzione a precisi non derogabili valori minimi convenzionali del FDP.

I valori minimi convenzionali di riferimento FDP non sono stati modificati nel tempo . In realtà le condizioni impiantistiche sono molto cambiate.  Di conseguenza i FDP convenzionali risultano da molto tempo obsoleti,  inadeguati e pericolosi.

Secondo l'attuale orientamento in ambito normativo, che non ci sembra sia sufficientemente dal puto di vista tecnico argomentato/giustificato [2], non sembra costituire più “un obbligo” la necessità di una approvazione da parte dei costruttori per l’utilizzo degli interruttori di protezione in condizioni fuori standard. Noi intendiamo dimostrare il contrario.

L’ambiente normativo non sembra nel merito interessato ad approfondimenti. Perdura pertanto a nostro avviso una situazione che vede i progettisti, ma non solo, investiti di pesanti responsabilità, che non competono loro, ma che dovrebbero competere oggi ai costruttori, se non anche allo stesso ente normatore.




[1] L’art. 533.3.2 della norma CEI 64-8 chiede che il potere di interruzione sia superiore alla corrente di cortocircuito presunta, trascurando completamente di chiedere il confronto con il suo fattore di potenza, dando erroneamente come un dato di fatto che il FDP  sia sempre superiore a quello convenzionale di prova. Poichè ciò non è, il testo non sembra aver adottato l'atteggiamento prudente che di solito si addice al contenuto di una norma tecnica.

[2] L'ambiente normativo sostiene erroneamente che il problema che si solleva è del tutto marginale. Ogni .ulteriore approfondimento non è necessario e quindi giustificato.

martedì 15 luglio 2025

1. IL PUNTO DELLA SITUAZIONE NELLA SELEZIONE DEGLI INTERRUTTORI DI PROTEZIONE DI BT IN CONDIZIONI DI APPLICAZIONE FUORI STANDARD

Desideriamo fare il punto della situazione sul problema,che ho sollevato molti anni fa, relativo alla selezione degli interruttori di protezione di BT, quando questi devono essere utilizzati su correnti di corto circuito, CCC, che presentano un fattore di potenza, FdP, inferiore a quello di prova previsto dalle norme applicabili.

Non siamo soddisfatti dei risultati raggiunti presso l'ente normatore. Risultati che abbiamo in parte descritto in precedenti interventi e che non sono stati ulteriormente migliorati.

Non riteniamo di aver raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissi e che ci sembrava più corretto. 

L'obiettivo era il seguente: 

Quando la corrente di cortocircuito presunta da controllare presenta un FdP inferiore a quello di prova, previsto dalla norma di prodotto relativa agli interruttori di protezione di BT, solo il costruttore può autorizzarne l'utilizzo.  

I progettisti, i quadristi, gli installatori, i collaudatori e i verificatori non possono/devono assumersi responsabilità al riguardo, pena la possibilità di incappare in spiacevoli e pesanti conseguenze.

Il problema si continua a porre in quanto i fattori di potenza, con cui sono testati gli interruttori di protezione di BT, risultano da molti anni a questa parte ancora oggi obsoleti. Questa condizione è poco conosciuta e divulgata, per cui la sicurezza degli impianti elettrici di potenza può risultare compromessa da un uso non corretto degli interruttori. 

La norma tecnica non sembra, almeno per quanto ci pare, aver dato in proposito, se pur sollecitata, una risposta soddisfacente. Essa non ha dato una risposta chiara e definitiva.  Anzi quanto introdotto in proposito nella norma CEI 64-8 ci sembra in contraddizione con il contenuto della norma di prodotto, CEI EN 60947-2. 

Argomenteremo nei prossimi interventi le nostre affermazioni e restiamo in attesa di eventuali sempre utili considerazioni di approfondimento da parte dei colleghi, che ci vorranno accompagnare nel percorso di rivisitazione del problema, che ci prefiggiamo.