venerdì 17 dicembre 2010

Norma CEI 81-10/2-Cos'è il rischio accettabile.

Norma CEI 81-10/2, cos’è il rischio accettabile?
Avete presente lo 0,00001, che esprime il rischio accettabile nella norma CEI 81-10/2 sulla protezione contro i fulmini. Ebbene credo di aver letto su una rivista ( finalmente !) come tale valore possa trovare una qualche giustificazione. Se qualcuno fosse interessato a conoscere tali giustificazioni, me lo faccia sapere, potrei provare ad esporle. D’altra parte se qualcuno sa da dove il predetto valore (10-5 ) prende sostanza, lo pregherei di farmelo conoscere: lo confronterei con quanto ho letto da poco sul numero di ottobre della rivista AEIT.

mercoledì 17 novembre 2010

Norma CEI 81-10/2 - EQUILIBRATA ??

La norma CEI 81-10 fa della probabilità del manifestarsi degli eventi un fondamento del suo contenuto.
Per la verifica della necessità della protezione o meno dalle scariche atmosferiche per un edificio la norma CEI 81-10/2 chiede di default di mettere in conto il rischio di incendio dovuto ai fulmini che possono colpire la linea di alimentazione dello stesso edificio per la lunghezza di un kilometro. Tale contributo si propone come determinante (! ) per il risultato della verifica.
Nel mio vecchio testo di impianti elettrici del prof. A. Paolucci si legge che il raggio di azione delle linee di BT era di alcune centinaia di metri. Oggi non so con precisione se sia aumentato e di quanto. Ritengo comunque per evidenti ragioni tecniche che dorsali di alimentazione lunghe un kilometro costituiscano una eccezione.
Trovo ingiusto che la norma tecnica condizioni pesantemente in mancanza di difficili approfondimenti il risultato della verifica che il tecnico deve condurre per decidere o meno la necessità di costosi interventi, dando grave testimonianza di dimenticare completamente il carattere probabilistico cui la norma più di ogni altra norma tecnica si ispira.
In questo modo si fanno poco gli interessi dei cittadini e molto quelli dei costruttori/fornitori di dispositivi e di impianti esterni di protezione.
Brilla il ruolo del Comitato Elettrotecnico Italiano CEI in questa circostanza in quanto a garanzie di sicurezza dei cittadini: sicurezza ad ogni costo sempre e comunque !!

lunedì 1 novembre 2010

Un buco nella norma CEI 64-8 sul potere di interruzione

Abbiamo già accennato al problema impensabile che il tecnico deve affrontare ogni qual volta deve progettare un quadro elettrico importante a valle di trasformatori di grande potenza. Il buon senso suggerisce che noi progettisti dovremmo essere autorizzati a pensare che dovrebbero essere gli stessi costruttori di apparecchi così importanti e costosi come gli interruttori automatici scatolati a preoccuparsi di venderci prodotti utilizzabili in tutta sicurezza a valle degli ordinari trasformatori di potenza che sono in commercio.
Ad esempio un trasformatore da 1250 kVA con perdite nel rame pari a 14400 W con vcc pari al 6,22 % presenta un cosfi naturale inferiore a 0,2. Il potere apertura, come quello di chiusura, degli interruttori con potere di interruzione superiore a 50 kA è invece da riferire per norma ad un cosfi della corrente di corto circuito pari a 0,2 e non inferiore. Pertanto l’installazione di interruttori presenti in commercio con potere di interruzione anche superiore a 50 kA nei quadri a valle di un tale trasformatore, normalmente in commercio, non rispetta la regola d'arte. Tale installazione non è sicura.
I costruttori non affrontano tale problema, tantomeno lo richiamano. Lasciano al progettista e all’installatore, spesso inconsapevoli del problema, l’ingrato compito di dimostrare che l’applicazione risponde alla regola d’arte.
Ciò non mi sembra giusto e chiedo ai colleghi di adoperarsi per modificare lo stato delle cose.
Già nel 1999 ( n. 2 febbraio ) sollevai il problema con una lettera alla redazione della autorevole rivista AEI (Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana). La risposta, che mi diede l’allora Segretario del CEI, non ho neanche il coraggio di presentarvela. Lo farò, se lo troverò, alla prossima occasione.
Comunque posso informare i colleghi che una primaria azienda costruttrice di interruttori interpellata in questi giorni sulla questione ha risposto che ci si deve in pratica arrangiare.
Dobbiamo prendere atto che non c'è a distanza di dieci anni da una nostra segnalazione ufficiale un minimo cenno di riscontro a voler migliorare la situazione. Ribadisco che, a giudicare secondo gli ordinari criteri di valutazione del rischio, non resta che osservare come senza alcuna giustificazione gli organi competenti ( CEI, AEI, costruttori, .... ) si disinteressano praticamente della sicurezza in generale e dei gravi disagi, in cui versano e si lasciano affogare i progettisti e gli installatori.

sabato 16 ottobre 2010

PROTEZIONE DEI CAVI ELETTRICI DAI SOVRACCARICHI

La mia esperienza porta ad affermare che le condutture elettriche nelle canale metalliche chiuse risultano molto spesso sovradimensionate.
I programmi di calcolo messi a disposizione gratuitamente si basano, per il calcolo del coefficiente di raggruppamento da applicare al fascio di cavi per deciderne la sezione, sull’ipotesi che tutti i circuiti siano in ugual misura caricati. Questo comporta il riferimento ad una situazione che più spesso ha scarsissime probabiltà di verificarsi ed un costo improprio significativo per la realizzazione degli impianti, che stride quest’ultimo con il sempre più importante obiettivo di ridurre gli sprechi.
Invitiamo i responsabili delle norme CEI ad intervenire con urgenza, nei modi che saranno ritenuti più idonei, per orientare con la pubblicazione di norme ad hoc i tecnici ad una progettazione più rispettosa delle risorse dei committenti se non anche di quelle del nostro pianeta.

mercoledì 16 giugno 2010

Regola tecnica CEI di connessione BT - CEI 0-16

E' stata presentata, credo oggi 17 giugno 2010, al pubblico per commenti con il numero progtressivo C.1058 il seguente progetto CEI:
Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica.
Riportiamo sotto tra virgolette il testo con il quale il documento viene presentato nel sito CEI, per raccogliere commenti utili prima della stesura finale del documento.
"La presente Norma tecnica e' stata elaborata da un gruppo di lavoro con rappresentanti dei Soci CEI interessati e coinvolti dalla futura applicazione della Norma; questo costituira' l'allegato tecnico alle delibere in materia che saranno adottate dall'Autorita' per l'energia elettrica e il gas. Il documento tratta della connessione degli Utenti attivi e passivi alle reti di Bassa tensione delle imprese distributrici di energia elettrica, e costituisce il completamento alla Norma CEI 0-16, oggi in vigore, riguardante la regola tecnica di connessione alle reti di distribuzione in AT ed MT. Il documento e' stato avviato all’Inchiesta Pubblica per ottenerne commenti utili al fine del miglioramento del testo sia in relazione ai contenuti tecnici che editoriali. Si raccomanda, perche' possano successivamente essere analizzati con facilita', che i commenti siano di tipo puntuale, con il riferimento alla numerazione dei vari capitoli, paragrafi, ecc. Per questo scopo si prega di utilizzare il "form for comments" (www.ceiweb.it/documenti/FormularioIP.doc) che, debitamente compilato, potra' essere inviato al CEI all’indirizzo E-Mail: dt@ceiweb.it."
Dispiace dover osservare che il documento non sia stampabile e che si costringa il tecnico, non socio CEI, che volesse produrre osservazioni e commenti a leggersi 90 pagine a video.
Credo che pochi saranno i commenti che perverranno al CEI dagli utilizzatori che non sono soci CEI e dello specifico gruppo di lavoro, ma che pur sono coinvolti dal contenuto della norma, visti i pesanti limiti di una procedura che non consente all'interessato di stampare e leggersi senza condizionamenti il documento da studiare.
Mentre da un lato il CEI dichiara in ogni occasione che la norma è condivisa, sembra di contro evidente una profonda discriminazione tra i soci CEI e la categoria più debole degli utilizzatori finali, i cui interessi alla fine non si può affermare siano debitamente tutelati.
Mi chiedo se anche i documenti relativi alle proposte di legge in Italia non siano stampabili.
Possiamo migliorare questa situazione ?

lunedì 25 gennaio 2010

NORMA CEI 81-10, stima della perdita di vite umane, Lx

Nella norma CEI 81-10/2 si dice che l'ammontare della perdita Lx dovrebbe essere valutato e definito dal progettista della protezione contro i fulmini ( o dal proprietario della struttura ) e che i valori medi riportati nello stesso allegato C sono puramente indicativi. Si chiede anche di utilizzare per l'eventuale valutazione l'equazione C.1 proposta nello stesso allegato.
Mi chiedo se è mai possibile che in tanti anni di attività non mi sia mai imbattuto ( anche nella letteratura specializzata ) in una verifica della necessità dell'attuazione della protezione contro i fulmini che utilizzasse l'indicazione che viene dalla norma. Come mai ??
E' mai possibile che da chi sa non si sia mai voluto spendere una sola parola per indicare ai tecnici come si può affrontare il problema della auspicata non convenzionale determinazione della perdita media, cioè di una grandezza fondamentale nell'applicazione della norma.
Chiedo ai colleghi di attivarsi in tal senso.