mercoledì 30 settembre 2009

Norma CEI EN 61439 ( CEI 17-13 ) - Vera evoluzione?

Si è tenuto recentemente un importante incontro tecnico di aggiornamento. Abbiamo ascoltato con particolare interesse una relazione sui contenuti della nuova norma (di prossima pubblicazione ) EN 61439 ( CEI 17-13 ), che tratta dei quadri elettrici di bassa tensione.
Non abbiamo ancora ben compresa la portata delle novità introdotte con il nuovo testo. D’altronde siamo sempre stati convinti che considerare i quadri elettrici componenti elettrici, cioè alla stregua ad esempio di un interruttore automatico, abbia costituito una grossa forzatura. Da tale forzatura ne è nata una norma certamente problematica, di cui ci dobbiamo sforzare di vederne i lati positivi.
Non possiamo però tacere che per taluni aspetti prettamente tecnici, che sembrano indirettamente intaccare le tasche dei costruttori di apparecchi e di quadri, non si vedono progressi, ancorchè la sicurezza degli utenti ne possa risultare alla fine minacciata.
Invitiamo i progettisti a considerare il cosfi di corto circuito dei trasformatori anche di non grande potenza. Si troverà che esso vale spesso molto meno di 0,2. Tale valore risulta invece il valore minimo considerato dalla norma tecnica per la prova degli interruttori automatici e dei quadri elettrici. Da molti anni ormai la norma sugli interruttori e sui quadri avrebbe dovuto recepire questa importante osservazione, per dare tranquillità ai progettisti e agli installatori che si occupano di impianti di una certa importanza. Tutti sappiamo come il cosfi incida sul valore di picco della corrente di corto circuito e come il cosfi della corrente da interrompere incida sulla facilità o meno di farlo. Pur avendo da decenni segnalato la pericolosità per i grossi e i medi impianti di una tale situazione anche in alto loco, mi lascia senza parole il fatto che non si sia fatto niente fino ad oggi.
Se abbiamo ragione, c’è da chiedersi anche, insieme ai dubbi che riguardano tanti altri dettagli, qual’è il senso vero delle norme tecniche sui quadri elettrici.
Che ne pensate?

martedì 29 settembre 2009

La norma CEI EN61439 e il guasto a terra

In un recente importante incontro tecnico di aggiornamento tenutosi a Padova abbiamo ascoltato con particolare attenzione una relazione sui contenuti della nuova norma (di prossima pubblicazione ) CEI EN 61439 ( CEI 17-13 ), che tratta dei quadri elettrici di bassa tensione.
Alla fine della interessante relazione abbiamo chiesto come mai anche secondo la nuova norma ( CEI EN 61439, CEI 17-13 ) i quadri da usarsi nei sistemi TN debbano essere testati per una corrente di corto circuito fase terra (F-PE) pari al 60% della corrente di corto circuito trifase, quando si sa che nelle situazioni più pericolose e delicate, cioè in quadri elettrici importanti a valle dei trasformatori MT/BT la corrente di guasto verso il neutro, come verso il PE vale quanto la corrente di cortocircuito trifase. Nel caso dei gruppi elettrogeno addirittura di più.
Non ci convince la risposta che nell’occasione ci è stata data, per la quale il normatore avrebbe potuto far riferimento ad un valor medio della corrente di guasto a terra, che negli impianti si può avere. Si tratterebbe infatti di un criterio che non garantisce la sicurezza nei casi più insidiosi e del tutto incoerente con altre disposizioni presenti nella norma tecnica. Ad esempio per la corrente di corto circuito trifase, che ha ben poche probabilità di manifestarsi rispetto a quella monofase a terra, la norma dispone che la tenuta del quadro e il potere di interruzione dell’interruttore sempre e comunque siano maggiori, come ovvio del resto, della corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione dell’apparecchiatura e non di una certa percentuale del suo valore.
Restiamo in attesa di un chiarimento definitivo di quanto esposto. Il valido relatore avrà certamente modo di approfondire la situazione e di dare una risposta al dubbio. Altrimenti non si capisce come non sia stato posto rimedio ad una inaccettabile prescrizione della norma dopo decenni di applicazione. Un simile accadimento porterebbe i tecnici ad usare, a scanso di gravi responsabilità, della regola d’arte e a non fidarsi ciecamente dei contenuti della norma tecnica, come anche una rivalutazione dell’importanza del ruolo dei professionisti, non semplici esecutori, ma progettisti responsabili e competenti.