mercoledì 23 novembre 2011

SCELTA DEL POTERE DI INTERRUZIONE secondo la norma CEI 64-8 e la regola d’arte

Ho eseguito, naturalmente approssimato, il calcolo della icc e del relativo cosficc in una cassetta di derivazione situata all’inizio di una blindosbarra posta all’interno di un reparto di produzione fili smaltati.

Tutti i cavi sono posati senza un ordine di progetto, tranne quelli che dai TR adducono al Power Center, che sono posati a strato su una passarella con disposizione RRRRRR, SSSSSS, TTTTTT,…..

Ho considerato il parallelo di n. 2 trasformatori, 20/0,4 kV da 1250 kVA, Pcc 14.000 W e vcc  6,2 %.  Al Power Center n. 6 cavi per fase in rame da 240 mm2.  Dal Power Center  ad un Commutatore Statico di un UPS  ( 3 x 300 kVA ) e da questo ad una sezione di sbarre di distribuzione dello stesso Power Center per complessivi ( andata e ritorno ) 26 m  si va con cavi posati in cunicolo :  n. 5 cavi per fase da 240 mm2. Dal Power Center alla blindo sbarra in campo si va per 115 m con cavi posati in canala aperta :  n. 4 cavi per fase da 240 mm2.

Se i calcoli non sono sbagliati ( è il caso di controllare ! ) la corrente di corto circuito trifase all’inizio della blindo sbarra, dove praticamente si vuole installare un interruttore automatico a protezione della derivazione vale circa 12 kA e il suo cosfi vale 0,24.

Analogamente la corrente di corto circuito monofase all’inizio della blindo sbarra, se nello stesso punto si volesse installare un interruttore automatico a protezione della derivazione monofase vale circa 6,2 kA e il suo cosfi vale 0,37.

Ho trascurato la sezione MT , senza alterare, come si sa, la sostanza dei risultati vale solo la reattanza che incide per 1-2 % sul valore della icc.

Ho trascurato il contributo motori, che come si sa ha una forte valenza reattiva.

Ci si chiede se si possono installare interruttori trifasi con potere di interruzione da 15 kA e da 10 kA rispettivamente nei due casi, quando si sia informati che gli stessi poteri di interruzione sono definiti per cosfi pari a 0,3 e a 0,5 e riconoscendo che questi valori sono superiori a quelli con i quali le correnti di corto circuito si possono manifestare.

Credo che tutti gli operatori del settore abbiano diritto ad una precisa risposta da parte del CEI. Si osservi che la questione è stata posta non pochi anni fa.