mercoledì 31 dicembre 2008

GUIDA CEI 64-12, n. 2, Nuova edizione, progetto C1000 - SOLDI SPRECATI?

Oltre alle considerazioni già proposte nel POST GUIDA CEI 64-12, n. 1, Nuova edizione, progetto C1000 - SOLDI SPRECATI? di novembre 2008 aggiungiamo quanto segue.
Il "rifacimento" della norma è dovuto all’aggiornamento dei riferimenti di legge e delle norme tecniche.
Ebbene a pag. 2 il titolo riportato del DM 22 gennaio 2008, n. 37 sembra errato in quanto si riferisce solo agli "impianti elettrici negli edifici" e non a tutti i tipi di impianti. Il titolo esatto della legge è diverso e comunque si riferisce agli impianti "interni degli edifici" ( a tutti e non solo agli impianti elettrici !).
L'utente è indotto ad acquistare il nuovo costoso documento pensando che di trovarvi importanti novità, che non troverà mai. In realtà lo stesso aggiornamento dei riferimentche di legge e di norme tecniche ( qualche riga delle 65 pagine ) è poco curato.
Sembra che nessuno di competente abbia riletto la bozza delle variazioni prima della diffusione del documento in inchiesta pubblica.
Comunque numerose sono le modiche che si sarebbero potute apportare al documento. In proposito si vedano i numerosi spunti contenuti nella relazione dal titolo LE VERIFICHE DEGLI IMPIANTI DI TERRA , L'IMPORTANTE RUOLO DEGLI INGEGNERI, presentata nell'incontro tecnico avvenuto il 17 novembre 2005 presso la sede del Collegio degli Ingegneri di Padova e disponibile con Google utilizzando le seguenti parole chiave "Norma CEI 64-12, le verifiche degli impianti di terra" .
Il documento dimostra con puntualità e con dovizia di osservazioni come la guida del CEI non risulti all'altezza delle attese dei suoi utenti.

giovedì 25 dicembre 2008

Progetto C1008, Guida CEI 64-100/2 Quale consenso ? n. 2

Su ogni facciata del documento posto in inchiesta pubblica compaiono tre vistosissime scritte, il cui testo è il seguente : "progetto in inchiesta pubblica"
Tali scritte impediscono in qualche situazione di interpretare correttamente il testo del documento, come ( è solo un esempio tra i tanti ) nella terz’ultima riga e nella quint’ultima riga di pag. 10.
La norma già non è stampabile e il normatore aggiunge di proposito alla difficoltà di dover leggere il testo solo a video ( si tratta spesso anche di centinaia di pagine ), anche nuove difficoltà "artificiali", quale quella appena descritta.
Da quanto osservato si può legittimamente supporre che al CEI poco niente interessi il contributo in osservazioni e commenti che può venire dall'esame del documento nella fase di inchiesta pubblica.
Sembrano chiaramente prevalere interessi economici all'incremento del consenso di tutte le categorie toccate dai contenuti delle norme tecniche.
E dire che importanti finanziamenti statali, cioè a spese dei contribuenti, sostengono l'attività del Comitato Elettrotecnico Italiano.
Chiediamo al CEI di consentire la stampa dei documenti che compaiono in inchiesta pubblica.
Chiediamo al CEI di eliminare le scritte disturbatrici sopra indicate negli stessi documenti. Le scritte in grassetto che campeggiano in testa ad ogni pagina sono sufficienti per avvertire che il documento in esame non è definitivo e che può subire modifiche e non disturbano il lettore.
In questo modo si favorisce il consenso.

mercoledì 24 dicembre 2008

Progetto C1008, Guida CEI 64-100/2 Quale consenso ? n. 1

Il giorno 23 dicembre 2008 è uscito in inchiesta pubblica presso il Comitato Elettrotecnico Italiano il documento C1008, Guida CEI 64-100/2, Edilizia residenziale. Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per telecomunicazioni. parte 2 - Unità immobiliari ( appartamenti ).

Per giorni e giorni non è uscito niente di nuovo in inchiesta pubblica presso il sito del CEI. Improvvisamente proprio l'antivigilia di Natale, proprio quando le persone sono prese anche da mille altri problemi, si inizia a sottoporre ad inchiesta pubblica una guida che si rivolge ad un pubblico molto vasto.

Mi sbaglierò, ma a me sembra che la scelta della data di inizio della fase di inchiesta pubblica testimoni più che il desiderio dei normatori di acquisire commenti, la volontà di mettere a disposizione del pubblico il meno possibile il testo da commentare. Generalmente infatti una gran parte delle persone tornano ad occuparsi di lavoro e di problemi affini solo dopo il 6 gennaio, quando cioè già due settimane delle otto disponibili per l'esame pubblico sono trascorse.

Nel passato qualcosa di simile è stato studiato dal CEI in occasione delle ferie estive.

Non è proprio forse del tutto vero che il CEI cerca il consenso di tutte le categorie interessate/coinvolte dal prodotto normativo. Il CEI sembra più preoccupato del fatto che molti potenziali acquirenti dei documenti normativi acquisiscano il documento in esame sotto forma di progetto, scaricandolo via internet dal suo sito, e non acquistino più le norme tecniche nelle loro vesti ufficiali definitivamente approvate.

domenica 21 dicembre 2008

La norma CEI 0-16 in contraddizione con la norma CEI 0-4, n. 2

Per enfatizzare quanto già detto nel nostro POST "La norma CEI 0-16 in contraddizione con la norma CEI 0-4, n. 1", ricordiamo che nel documento DK 5600 ( V edizione 2006 ) , Criteri di allacciamento di clienti alla rete MT della distribuzione, oggi sostituito dalla norma CEI 0-16, al punto 6.2 stava scritto " L'impianto del cliente deve essere rispondente alla vigente legislazione ed alle norme del Comitato Elettrotecnico Italiano ( CEI )".
Gli esperti inseriti dall'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas ( Aeeg ) nella commissione CEI di lavoro hanno smascherato l'abuso, che avevamo denunciato senza successo già qualche anno fa.
Resta comunque incredibile che in tutte le precedente edizioni della DK5600 dell'Enel fosse presente un errore grave ed evidente sul piano del diritto, senza che nessuna autorità del settore se ne accorgesse e lo denunciasse.

Complimenti all'Aeeg e ai suoi esperti.

mercoledì 17 dicembre 2008

La norma CEI 0-16 in contraddizione con la norma CEI 0-4, n. 1

Nel POST datato 10 novembre 2008 dal titolo CEI 0-4, Errore grave ? Nessun controllo ? ho denunciato un errore grave presente nella norma CEI 0-4. A riprova di quanto avessi ragione riportiamo quanto in netta contrapposizione si trova scritto nella più recente norma CEI 0-16: " Gli impianti oggetto della presente Norma devono essere costruiti a regola d’arte e a tal fine è sufficiente la rispondenza alle norme del Comitato Elettrotecnico Italiano ( CEI ). I riferimenti a tutte le norme CEI nel presente testo devono essere intesi in tal senso." Concludo che risulta sconcertante rilevare simili contraddizioni nei documenti ufficiali e che non parlo a vanvera quando affermo che manca qualche volta di troppo sorprendentemente un controllo serio sui contenuti dei documenti normativi.

sabato 6 dicembre 2008

- Nt NELLA CEI 81-3 OBSOLETI? n.4 PRIME CONCLUSIONI

Andiamo alle conclusioni.
Quest’anno ho seguito il sito del SIRF. In esso alle ore 14 e 15’si afferma che ad oggi 6 dicembre ’08 erano caduti circa 1.132.385 fulmini in Italia, che nell’ultima ora ne erano caduti 35 e che nella giornata non ancora conclusa 950. È presente anche una cartina dell’Italia che indica dove sono caduti e in quale sequenza i fulmini nell’ultima ora. In tale cartina sono indicati anche i fulmini che cadono fuori dei confini e nei mari che circondano l’Italia. Sembra pertanto più giusto pensare che i numeri automaticamente riportati nella pagina web e messi a disposizione dal sistema di rilevazione riguardino tutti i fulmini che compaiono nella piantina, cioè ad esempio anche quelli caduti in mare.
A giudicare da quanto ho potuto osservare da un anno a questa parte di osservazioni personali sembra potersi affermare che i fulmini caduti in mare siano circa la metà del numero totale rilevato ( si accettano al riguardo ulteriori precisazioni !). Se così fosse potremmo concludere che il numero medio di fulmini caduti in Italia per kilometro quadrato quest’anno dovrebbe risultare circa pari a ( 1.132.385 /2/ 300.000 x 12/11,2 ) a 2,02. A. Il valor medio che invece si può ricavare dall’esame della piantina dell’Italia messa nel passato a disposizione degli utenti dai normatori risulta pari a circa 2,5 con limitati possibili scostamenti. Solo da questa osservazione si ricava un fattore di sovradimensionamento pari a 1,25. Si deve tener conto che il presente anno, 2008, sembra da considerarsi un anno turbolento sotto il profilo dei temporali. Naturalmente il coefficiente di sovradimensionamento finale dovrebbe far riferimento a tutti gli anni precedenti. Per quanto riportato nei precedenti "post" del presente blog "Nt nella CEI 81-3 obsoleti?, n.1, n.2 e n. 3" le cose potrebbero modificarsi solo nel senso di un incremento del sovradimensionamento.
Se poi tutte le zone contrassegnate con 4 fulmini per kmquadrato per anno contraddistinguono le zone con un valore compreso tra 2,5 e 4, il relativo coefficiente di sovradimensionamento vale 1,6.
Se ancora tutte le zone contrassegnate con 2,5 fulmini per kmquadrato per anno contraddistinguono le zone con un valore compreso tra 1,5 e 2,5, il relativo coefficiente di sovradimensionamento vale 1,66.
Se tutte le zone contrassegnate con 1,5 fulmini per kmquadrato per anno contraddistinguono le zone con un valore compreso tra 0 e 1,5, il relativo coefficiente di sovradimensionamento vale 2.
Senza approfondire ulteriormente e considerando solo a vista il peso/consistenza delle varie aree il valore medio del coefficiente di sovradimensionamento, a ciò dovuto, che ne esce è 1,66.
Il valore complessivo che ne risulta è pari al prodotto dei due coefficienti ( 1,25 x 1,66 ) e cioè pari circa a 2.
Nel ragionamento che abbiamo condotto in altri "post" del blog, nei quali si propone la grave affermazione che i calcoli di verifica dell’autoprotezione proposti dalla norma CEI 81-10 non hanno praticamente senso alcuno, abbiamo ipotizzato un valore del coefficiente di sovradimensionamento inferiore a quello oggi proposto. Ciò rafforza la nostra conclusione, cioè che la procedura di verifica oggi utilizzata dalla norma CEI 81-10/2 ha scarsissimo ( nullo ? ) rigore scientifico.
Se un sovradimensionamento medio di 200 volte ( 266 volte recependo l'ultima osservazione ) del risultato può essere, in mancanza di meglio, non senza sbigottimento, sopportato in materia di sicurezza in relazione alla perdita di vite umane, esso è sicuramente inaccettabile in altre situazioni, ad esempio nel caso di valutazioni di convenienza economica.
Perchè non approfondire!!?? C'è un errore !?

domenica 30 novembre 2008

Quale sicurezza? Norma CEI 81-10, CHI VERIFICA LA NECESSITA' DEL PARAFULMINE? n. 2 Seguito del n. 1

Il CEI non ha alcun interesse ad aprire la questione, in quanto produce e commercializza un software che consente di eseguire le verifiche chieste dalla norma CEI 81-10. Restringere il campo di vendita del programma non gli giova.
La rivista AEIT dell'Associazione di Elettrotecnica, Elettronica e ... tende geneticamente a difendere le posizioni del CEI.
I costruttori di componenti per parafulmini e limitatori di tensione non hanno legittimamente alcun interesse a limitare il campo degli attori in tale ambito. Dover passare forzatamente attraverso la prestazione di un professionista non porta loro alcun vantaggio. Ridurre il loro possibile apporto alla soluzione dei casi che si presentano, anche solo nella determinazione della necessità o meno delle cautele da predisporre, non conviene loro.
Una rivista che ha in Italia l'autonomia, la forza e le competenze di affrontare il problema è la rivista Tuttonormel del prof. Vito Carrescia, cui tutti dovremmo essere molto grati. Si deve comunque riconoscere che anche a questa legittimamente non conviene limitare i possibili fruitori del programma elettronico dalla stessa elaborato e immesso nel mercato con grande successo.
Gli utenti non percepiscono le conseguenze dannose della situazione.
I professionisti non sono organizzati per produrre un loro competente giudizio nel merito. Dovrebbero invece esprimersi in proposito per vedersi riconosciuta quella autorevolezza che al loro ruolo si addice.
Il cerchio si chiude praticamente in una situazione di grave conflitto di interessi, che dovremmo almeno cominciare a denunciare.

Quale sicurezza ? Norma CEI 81-10, CHI VERIFICA LA NECESSITA' DEL PARAFULMINI ? n.1

Sembra assurdo ma in Italia di questioni fondamentali relative alla sicurezza, quale quella di garantire che la necessità di prevedere o meno l'adozione di cautele per la protezione contro i fulmini, sia studiata/prevista da persone altamente competenti, non richiama l'attenzione di nessuno.
Si potrebbe facilmente dimostrare come tale funzione dovrebbe essere svolta da tecnici competenti iscritti ad albi professionale. Valgono in proposito gli articoli anche a mia firma usciti nel passato sulle riviste nazionali di impianti elettrici e le mie lettere di denucia pubblicate con grande grande fatica sulla rivista ufficiale dell'Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana, nel passato come anche nel presente anno ( AEIT maggio 2008 ).
La verifica di cui si tratta viene oggi eseguita, ad essere buoni, nell'80 % dei casi da persone che usano pedissequamente i programmi resi disponibili dal mercato, che non conoscono bene i fondamenti sui quali la norma complicatissima si fonda e che non hanno tempo, di solito, per alcun approfondimento.
Il risultato è un prodotto di serie e scadente che di regola implica per le aziende importanti investimenti, ma spesso impropri, come di contro il mancato riconoscimento di situazioni più pericolose di quanto la norma ufficiale stessa non riconosca ( vedasi l'errore nella norma CEI 81-10 denunciato nel numeo di maggio 2008 della rivista AEIT ).
Si chiede ai responsabili nazionali delle leggi e dei provvedimenti sulla sicurezza e agli ordini professionali di adoperarsi affinchè in tutta generalità anche la verifica della necessità di adottare misure di protezione contro le scariche atmosferiche, oltre che il progetto di tali misure, sia prerogativa esclusiva di tecnici competenti, iscritti nei relativi albi professionali.
Torneremo sull'argomento e attendiamo il contributo dei colleghi.

domenica 16 novembre 2008

GUIDA CEI 64-12, n. 1, Nuova edizione, progetto C1000 - SOLDI SPRECATI?

E' uscito in inchiesta pubblica il progetto C1000, relativo alla norma CEI 64-12, " Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario".
Riteniamo di dover osservare e segnalare che ci sembra inopportuna la nuova iniziativa.
Abbiamo letto il nuovo documento e non vi abbiamo trovato alcuna novità tecnica rispetto al precedente del 1993 ! In realtà ci saremmo aspettati almeno l'introduzione di qualche miglioramento. Le occasioni infatti non mancavano.
Per quanto ci risulta sono solo variati i riferimenti di legge e i riferimenti ad alcune norme tecniche CEI e UNI. Ben poco per giustificare una nuova edizione della norma, quando invece dal punto di vista tecnico molto di più si poteva, si doveva fare.
Sui miglioramenti, che si potevano apportare ai contenuti tecnici, diremo nei prossimi post, rimandando puntualmente ad articoli e a relazioni già disponibili, che evidentemente nessuno dei componenti della commissione interessata ha mai avuto occasione di leggere.
Auspichiamo inoltre un dibattto di carattere generale sulla opportunità che le norme tecniche riportino riferimenti di legge e peggio ancora si arroghino il diritto di interpretarne autenticamente i contenuti.
L'acquisto della nuova norma CEI 61-12 sembra costituire al momento a nostro avviso un non trascurabile costo improprio per le tasche dei professionisti ( 50-60-70 € ? ), soprattutto in termini di tempo che questi devono dedicare alla lettura del documento, per trovarvi i soliti errori e non trovarvi alla fine neanche una importante novità.
Noi riteniamo che la conoscenza delle norme tecniche sia fondamentale per il raggiungimento di impianti elettrici realizzati a regola d'arte. Ma riteniamo altresì che i documenti normativi debbano essere mantenuti all'altezza delle legittime aspettative degli utenti degli stessi.
Da fonte CEI si legge quanto segue:
"5 Settembre 2008 - Norma CEI 64-12: Progetto di rifacimento

Il progetto di norma del Comitato Elettrotecnico Italiano sull'esecuzione dell'impianto di terra, rifacimento della guida CEI 64-12, Codice C.1000, è in scadenza di inchiesta pubblica il 30 settembre 2008.
Milano, 4 Settembre"

Vi pare che un "aggiornamento" di riferimenti si possa definire un "rifacimento"?
L'uso improprio delle parole la dice lunga .....

giovedì 13 novembre 2008

CEI 81-10/2, Errore nella valutazione di Ad ?

Ho appreso qualche giorno fa, leggendo il libro edito da TNE a firma di G.B. Lo Piparo e di G. Carrescia, "Protezione contro le sovratensioni", che per edifici di forma parallelepipeda di altezza inferiore a 45 m, l’area di raccolta non si estende intorno all’edificio per 3 ( m = 3 ) volte la loro altezza, bensì di una quantità superiore calcolabile con la formula m = 14 x (H)elevato a (-0,4). La fonte è autorevolissima.
Per edifici di 20/30 m di altezza l’area di raccolta effettiva risulta anche doppia rispetto a quella che risulta attraverso il calcolo indicato dalla norma CEI 81-10/2.
Ci chiediamo come mai è stato possibile che la norma assumesse ai fini della valutazione di una grandezza fondamentale un orientamento a sfavore della sicurezza così vistoso?
Non è assolutamente pensabile che la norma per semplificare l’approccio al problema abbia adottato una formula che contiene un errore e che non risponde al vero a sfavore della sicurezza. Non è ancora pensabile che la norma non fosse in grado di articolare la situazione secondo le reali necessità e di inserire il calcolo di "m" con la funzione esponenziale che lo descrive. Non avrebbe in tal caso giustificazione l’utilizzo di decine e decine di tabelle già presenti in tutte le norme compresa la CEI 81-10 e rispettivamente non si terrebbe conto del purtroppo massiccio utilizzo di programmi elettronici, che non temono certo di gestire un esponenziale in più.
C’è qualcosa che non ci convince nella gestione di questo problema da parte dei normatori. C’è qualcosa che non ci hanno detto? C’è qualcosa di cui si è parlato solo "in camera caritatis"? Restiamo in attesa di un chiarimento, del quale come tecnici rivendichiamo il diritto. Ci ripromettiamo di tornare sull’argomento, poiché altre interessanti osservazioni si possono fare.
L’occasione è interessante anche per riaprire il dibattito sul rapporto tra regola d’arte e norme tecniche.

mercoledì 12 novembre 2008

- Nt NELLA CEI 81-3 OBSOLETI? n.3

Ho preso in considerazione i dati riportati nell’articolo dal titolo "La densità di fulminazione nel territorio italiano" a firma di Marina Bernardi di CESI spa comparso sulla rivista AEIT, gennaio/febbraio 2007. Un articolo molto interessante e rigraziamo l’autrice.
E’ riportata a pag. 51 una mappa dell’Italia indicante i risultati di una campagna di rilevazione della densità di fulmini ( Nt ) caduti nel territorio nazionale nell’arco del decennio 1969-1979 eseguita da Enel. Si notano valori mediamente abbastanza inferiori a quelli presenti nella datata norma CEI 81-3.
Tre mappe simili ( densità di rilevazione dei fulmini a terra ) relative agli anni 2002, 2003 e 2004, griglia 20 x 20 km, ottenute con il sistema moderno di rilevazione del SIRF, sono disponibili a pag. 56 nella stessa rivista anche se non con una buona definizione. Si notano valori mediamente abbastanza inferiori a quelli presenti nella norma CEI 81-3.
Una mappa simile ( densità di rilevazione dei fulmini a terra ) relativa all’arco temporale 2005 e 2006, ottenuta con il sistema moderno di rilevazione del SIRF, è disponibile a pag. 55 sempre non con una buona definizione. Si notano valori mediamente circa uguali a quelli presenti nella norma CEI 81-3. La distribuzione però dei valori di Nt sul territorio nazionale è molto diversa da quella presente nella norma CEI 81-3.
Qualche anno fa in un catalogo CONTRADE, nota società distributrice di limitatori di sovratensione, era proposta la carta della densità di fulminazione del territorio italiano per l'anno 1999 ( fonte CESI-SIRF ). Anche dall'esame di questo documento si possono notare valori mediamente inferiori di Nt rispetto a a quelli indicati nellanorma CEI 81-3.
Si conclude che mediamente i valori più probabili di Nt sono inferiori a quelli proposti dalla norma CEI 81-3. Pertanto anche se non per entità importanti si può dire che i valori di Nt proposti dalla norma CEI e che ancor oggi tutti usiamo sono doppiamente soprastimati: 1 ) i valori effettivi risultano inferiori come dimostra l’esame appena condotto, che pur non presentando la dovuta compiutezza, esprime comunque una valutazione molto indicativa; 2) la suddivisione in zone di ugual valore di Nt non rispecchia la realtà, infatti, ad esempio, nell’area contrassegnata con Nt pari a 4 fulmini/km2 la densità di fulminazione può variare da 2,5 a 4, e mediamente si deve ipotizzare che valga 3,25. Per effetto delle due cause di sovradimensionamento e per quanto già detto in questo blog in "VALORE DI Nt", in "Nt NELLA NORMA CEI 81-3 OBSOLETI ? n. 1 e n. 2" è plausibile pertanto ipotizzare un coefficiente di sovradimensionamento medio di Nt pari a 1,5 da utilizzare per il calcolo del sovradimensionamento globale del rischio da fulminazione.
Non si può non osservare che in tutto l’apprezzabile articolo presentato sulla rivista AEIT, che occupa ben otto pagine della rivista, non si spende una parola per informare il lettore su un risultato di fondamentale importanza : i valori di Nt ricavabili dai nuovi rilievi sono superiori o inferiori a quelli che ancor oggi ex norma CEI 81-3 utilizziamo?
La risposta a me sembra scontata e non mi capacito del fatto che una tale questione sia confinata in una specie di Limbo.

lunedì 10 novembre 2008

-PERCHE' IL BLOG

Trovo che nel mondo degli impianti elettrici che frequento da molti anni siano radicati principi errati.In particolare è molto diffusa l'opinione che l'applicazione delle norme CEI sia praticamente obbligatoria e poco si parla della regola d'arte e ancor meno del rapporto un po' speciale che tra di esse intercorre.Dopo molti anni ormai di esperienze e di approfondimenti sono sempre più convinto che le norme e la regola d'arte devono essere tenute ben distinte tra loro, quando purtroppo ognidove si tende a dire e a fare il contrario.La differenza tra i due concetti, che peraltro per ottimi ragionevoli motivi la stessa legge dello stato italiano ha ribadito fin dal 1968 con la legge 186/68, giova allo sviluppo armonico delle attività umane e giova ai tecnici, che troppo spesso risultano sviliti nella loro attività di progettazione e di interpretazione della realtà.Incontro una forte, non completa per fortuna, ostililità nel pubblicare articoli e note atte a mettere a nudo i limiti presenti nei documenti normativi, che a rotta di collo ci piovono sulle spalle a costi diretti e indiretti notevolissimi.Ancor più difficoltà incontro nel mettere in discussione la capacità del CEI a mantenere anche oggi con efficienza e autorevolezza il ruolo che il suo status gli conferisce.Trovo questa situazione inaccettabile. Mi chiedo, in un momento in cui attraverso i media gli scontri politici sono spesso al calor bianco e spesso per televisione si offrono spettacoli indegni di aggressioni o peggio, che giustificazione può avere il fatto che nel mondo della normativa degli impianti elettrici non sia presente il minimo dibattito sulla adeguatezza con cui l'ente normatore oggi si propone in un mondo che cambia in continuazione, si incontri soprattutto presso chi conta di più l'impossibilità a coltivare una serena discussione su ciò che non va nella gestione del CEI e nella gestione della formazione del prodotto normativo, come in alcuni casi degli stessi contenuti dei disposti normativi.Questo blog si prefigge di raccogliere le mie osservazioni e sono tante sulle cose che secondo il mio parere sull'argomento non vanno bene, le mie osservazioni positive, quando dovute, ma soprattutto le osservazioni di quanti hanno qualcosa da dire in proposito a favore o contro.Non ho molta autorevolezza per farlo, ma almeno mi propongo di sollevare il problema. Per conoscermi meglio vi invito a visitare IL BLOG DELL'ING. TEDESCHI, dove sono già presenti alcune segnalazioni interessanti.

- CEI 0-4, ERRORE GRAVE? NESSUN CONTROLLO?

Ho letto su un importante portale elettrico alcune note sullanorma CEI 0-4/1, ovvero "la stirpe del documento normativo".Il titolo : "Documenti CEI normativi e non normativi - Parte 1: Tipi, definizioni e procedure" (Prima edizione - 1998).Pare si dia tra l'altro la definizione di "Norme CEI". Eccola : "Sono documenti normativi elaborati, approvati e pubblicati dal CEI che forniscono, per uso comune e ripetuto, regole, linee direttrici o caratteristiche, per attività o loro prodotti, mirati ad ottenere un livello d’ordine ottimale in un dato contesto tecnico. Essi dettano prevalentemente prescrizioni e prescrizioni alternative condizionate. Possono contenere raccomandazioni e/o commenti. Le norme CEI, in base all’equivalenza logica della legge 186/68, possiedono il rango di legge".L'ultima frase, che io non condivido, e che ho evidenziato in grassetto, costituisce a mio avviso un grave errore.L'errore nasce da una credenza diffusa, quanto errata e poco formativa, che fa comodo a molti, in particolare all'ambiente dei normatori, i quali acquisiscono così impropriamente uno status, cui non hanno proprio diritto.Tutti sappiamo che seguire le norme CEI è condizione sufficiente, ma non necessaria per concretizzare la regola d'arte.Se la frase riportata in grassetto è presente nel testo normativo quanto di seguito riportato deve essere riferito al CEI e alla sua organizzazione.L'autore/gli autori non hanno capito il senso della legge 186/68? L'autore/gli autori sanno cosa vuol dire equivalenza logica? Dove hanno letto che le norme godono di tale proprietà in riferimento alla legge? Un fatto del genere sta a significare che il CEI non si avvale di persone all'altezza del compito affidato. Ad essere generosi e a pensare che si sia trattato di una svista ( può essere, capita a tutti ) dobbiamo comunque concludere che non esiste un controllo efficace dei contenuti che vengono approvati. E' ciò è più grave. Ciò è ancor più grave se dimostreremo che il fatto si ripete.Al mio studio si chiede oltre che la competenza l'ISO 9001. Presso il CEI come possono passare errori grossolani e vistosi su concetti fondamentali, come quello che ho evidenziato?Non posso credere che quanto ho letto sia scritto nel documento normativo. Forse è il caso di controllare.In ogni caso quanto ho letto testimonia la vastità della diffusione di un concetto errato, contro il quale poco niente si fa per combatterlo.

- VALORE DI Nt

Su una mappa isoceraunica autorevole reperibile almeno fino a ieri in rete ( immessa a mo' di esempio ) si nota che per una buona parte di Milano e dei dintorni ( almeno per tutto il territorio rappresentato ) nell'anno 2002 il valore di Nt è stato mediamente 2 fulmini per kilometro quadrato. Infatti per metà dell'area rappresentata Nt è compreso tra 1 e 2, per l'altra metà tra 2 e 3.La norma CEI 81-3 riporta il valore, cautelativo nei confronti di queste rilevazioni, pari a 4. Rispetto a questa singola valutazione si ricava un coefficiente di sicurezza pari a 2. Di più non possiamo osservare.

- Nt NELLA CEI 81-3 OBSOLETI? n. 1

E’ inaccettabile che in Italia dal 1997 ( ? ) si raccolgano dal SIRF dati statistici sul numero di fulmini a terra che cadono sul nostro territorio e che di essi non si possa usufruire.E’ inaccettabile anche che non si sappia se i valori di Nt presenti nella datata norma CEI 81-3 siano attendibili alla luce dei risultati ottenuti con le nuove metodologie di rilevo, molto più precise ed affidabili.Si possono fare le seguenti due considerazioni:1) sembra poco probabile che i valori ( Nt ) rilevati dal SIRF siano superiori a quelli presenti nella norma CEI 81-3; la mancata pubblicazione dei dati si configurerebbe come un attentato alla salute pubblica e andrebbe per giunta contro gli interessi degli stessi costruttori di componenti atti a realizzare i parafulmini e I limitatori di tensione, che non sono certo disinformati e sprovveduti; 2) sembra ben più probabile che i valori di Nt rilevati dal SIRF siano inferiori a quelli di riferimento contenuti nella norma CEI 81-3: non diffondendoli si agisce ( apparentemente ! ) a favore della sicurezza e nell’interesse pur legittimo dei costruttori. E’ chiaro che agire in favore della sicurezza significa anche agire a scapito delle tasche dei cittadini in quanto tali e in quanto imprenditori. Essi possono essere indotti a pagare una esuberante installazione di componenti. Mi pare che comunque quanto osservato meriti un approfondimento sotto diversi e importanti aspetti : rispetto per una valutazione obiettiva e non convenzionale dei rischi, rispetto per un impiego razionale ed appropriato delle (sempre scarse !) risorse disponibili, rispetto per il ruolo dei tecnici ( non burocraticamente esecutori, ma interpreti delle reali situazioni di rischio ) e rispetto per una vera cultura della sicurezza. Il nostro ruolo di professionisti, in quanto tecnici, è quello di far valere le nostre osservazioni in difesa degli interessi della società, che coincidono più di quanto non si creda con i nostri stessi interessi. Si auspica anche un maggior contributo dei professionisti nella stesura/formazione delle norme CEI. Altri credo interessanti approfondimenti su Nt seguiranno.

- Nt NELLA CEI 81-3 OBSOLETI? n.2

Nt in Italia nell’anno 2001 secondo SIRF.Abbiamo la fortuna di poter osservare nel numero di settembre 2003 della rivista AEIT la mappa isoceraunica ( fulmini a terra per kilometro quadrato e per anno ) del territorio italiano per l’anno 2001.L’esame sommario della mappa sembra consentire di affermare che i valori rilevabili sono mediamente inferiori a quelli riportati nella mappa isoceraunica proposta nella norma CEI 81-3 ( 1999 ).Un altro tassello a favore del fatto che i valori riportati della norma CEI sono superiori a quelli effettivi?