martedì 10 gennaio 2012

Impianti fotovoltaici. Guida CEI 82-25. Più danni che vantaggi ?




Nella Guida CEI 82-25, il contenuto del terzo capoverso del paragrafo 9.1.2, dal titolo “Protezione contro i contatti indiretti” a pag. 56 della edizione 09-2010, è in netta contraddizione con il primo capoverso successivo alla tabella che compare a pagina successiva. Sembrerebbe che si voglia nel primo caso raccomandare di mettere a terra le cornici dei moduli di classe II anche per il tramite della loro struttura metallica di supporto, contrariamente a quanto prevede la norma CEI 64-8, mentre nel secondo caso si ribadisce il dovere di non collegarle a terra, a meno che ciò sia previsto dalle prescrizioni di costruzione del relativo componente elettrico. Una evidente contraddizione ?
Commento al terzo capoverso del paragrafo 9.1.2
Ad essere rigorosi sia nella prima parte che nella seconda si affermano cose che non approviamo.
Nella prima parte, cioè nel terzo capoverso, a ben leggere quanto scritto, ci si accorge che non si cita proprio l’azione di mettere a terra la struttura, si richiede solo l’equipotenzializzazione tra cornici dei moduli e struttura. Un tale comportamento, che si dimentica della messa a terra, in quanto gravemente non prescritto dal testo dellaguida, risulta molto pericoloso per le persone, visto che, in caso di guasto, estende il potenziale pericoloso a tutta la struttura di supporto, che risulta cento volte più “a portata di mano” del singolo modulo, il cui isolamento dovesse cedere.
Commento al primo capoverso del paragrafo 9.1.2 successivo alla tabella che compare a pagina 57.
Ecco il testo:”Si ricorda che le parti conduttrici accessibili di un circuito a doppio isolamento non devono essere collegate a terra, a meno che ciò sia previsto dalle prescrizioni di costruzione del relativo componente elettrico”. A parte l’obbligatorietà del contenuto, non si può non notare come il soggetto della frase più importante siano le parti conduttrici accessibili di un circuito a doppio isolamento e le prescrizioni si riferiscano invece ad un suo componente elettrico. Avvertiamo scarsa chiarezza: infatti si confondono le condutture in classe II con gli apparecchi elettrici.
A valle di tutto ci chiediamo ancora quanto sia accettabile il divieto imposto dalla norma di mettere a terra l’involucro metallico posto a protezione di un eventuale cavo a doppio isolamento.
Infine se la necessità di contenere il rischio dovuto alle sovratensioni richiedesse la messa a terra delle estremità dell’involucro metallico del cavo, come ci si deve comportare nei confronti del divieto normativo appena enunciato ?
Tutto a nostro avviso si rimanda al progettista, che deve gioco forza fare delle scelte e dare delle risposte.
Le guide riportano troppo spesso solo le cose più facili e ovvie, che fanno lievitare i costi e il tempo che il progettista deve dedicare alla loro lettura. Sugli argomenti delicati, e non solo su questi purtroppo, esse creano in più occasioni confusione senza aiutare concretamente il progettista, che viene abbandonato a se stesso e  che rimane solo nell’affrontare le sue responsabilità.
Un ruolo quello del progettista molto delicato e difficile, che non viene ordinariamente in giusta misura riconosciuto.