giovedì 13 novembre 2008

CEI 81-10/2, Errore nella valutazione di Ad ?

Ho appreso qualche giorno fa, leggendo il libro edito da TNE a firma di G.B. Lo Piparo e di G. Carrescia, "Protezione contro le sovratensioni", che per edifici di forma parallelepipeda di altezza inferiore a 45 m, l’area di raccolta non si estende intorno all’edificio per 3 ( m = 3 ) volte la loro altezza, bensì di una quantità superiore calcolabile con la formula m = 14 x (H)elevato a (-0,4). La fonte è autorevolissima.
Per edifici di 20/30 m di altezza l’area di raccolta effettiva risulta anche doppia rispetto a quella che risulta attraverso il calcolo indicato dalla norma CEI 81-10/2.
Ci chiediamo come mai è stato possibile che la norma assumesse ai fini della valutazione di una grandezza fondamentale un orientamento a sfavore della sicurezza così vistoso?
Non è assolutamente pensabile che la norma per semplificare l’approccio al problema abbia adottato una formula che contiene un errore e che non risponde al vero a sfavore della sicurezza. Non è ancora pensabile che la norma non fosse in grado di articolare la situazione secondo le reali necessità e di inserire il calcolo di "m" con la funzione esponenziale che lo descrive. Non avrebbe in tal caso giustificazione l’utilizzo di decine e decine di tabelle già presenti in tutte le norme compresa la CEI 81-10 e rispettivamente non si terrebbe conto del purtroppo massiccio utilizzo di programmi elettronici, che non temono certo di gestire un esponenziale in più.
C’è qualcosa che non ci convince nella gestione di questo problema da parte dei normatori. C’è qualcosa che non ci hanno detto? C’è qualcosa di cui si è parlato solo "in camera caritatis"? Restiamo in attesa di un chiarimento, del quale come tecnici rivendichiamo il diritto. Ci ripromettiamo di tornare sull’argomento, poiché altre interessanti osservazioni si possono fare.
L’occasione è interessante anche per riaprire il dibattito sul rapporto tra regola d’arte e norme tecniche.

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