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sabato 6 dicembre 2008

- Nt NELLA CEI 81-3 OBSOLETI? n.4 PRIME CONCLUSIONI

Andiamo alle conclusioni.
Quest’anno ho seguito il sito del SIRF. In esso alle ore 14 e 15’si afferma che ad oggi 6 dicembre ’08 erano caduti circa 1.132.385 fulmini in Italia, che nell’ultima ora ne erano caduti 35 e che nella giornata non ancora conclusa 950. È presente anche una cartina dell’Italia che indica dove sono caduti e in quale sequenza i fulmini nell’ultima ora. In tale cartina sono indicati anche i fulmini che cadono fuori dei confini e nei mari che circondano l’Italia. Sembra pertanto più giusto pensare che i numeri automaticamente riportati nella pagina web e messi a disposizione dal sistema di rilevazione riguardino tutti i fulmini che compaiono nella piantina, cioè ad esempio anche quelli caduti in mare.
A giudicare da quanto ho potuto osservare da un anno a questa parte di osservazioni personali sembra potersi affermare che i fulmini caduti in mare siano circa la metà del numero totale rilevato ( si accettano al riguardo ulteriori precisazioni !). Se così fosse potremmo concludere che il numero medio di fulmini caduti in Italia per kilometro quadrato quest’anno dovrebbe risultare circa pari a ( 1.132.385 /2/ 300.000 x 12/11,2 ) a 2,02. A. Il valor medio che invece si può ricavare dall’esame della piantina dell’Italia messa nel passato a disposizione degli utenti dai normatori risulta pari a circa 2,5 con limitati possibili scostamenti. Solo da questa osservazione si ricava un fattore di sovradimensionamento pari a 1,25. Si deve tener conto che il presente anno, 2008, sembra da considerarsi un anno turbolento sotto il profilo dei temporali. Naturalmente il coefficiente di sovradimensionamento finale dovrebbe far riferimento a tutti gli anni precedenti. Per quanto riportato nei precedenti "post" del presente blog "Nt nella CEI 81-3 obsoleti?, n.1, n.2 e n. 3" le cose potrebbero modificarsi solo nel senso di un incremento del sovradimensionamento.
Se poi tutte le zone contrassegnate con 4 fulmini per kmquadrato per anno contraddistinguono le zone con un valore compreso tra 2,5 e 4, il relativo coefficiente di sovradimensionamento vale 1,6.
Se ancora tutte le zone contrassegnate con 2,5 fulmini per kmquadrato per anno contraddistinguono le zone con un valore compreso tra 1,5 e 2,5, il relativo coefficiente di sovradimensionamento vale 1,66.
Se tutte le zone contrassegnate con 1,5 fulmini per kmquadrato per anno contraddistinguono le zone con un valore compreso tra 0 e 1,5, il relativo coefficiente di sovradimensionamento vale 2.
Senza approfondire ulteriormente e considerando solo a vista il peso/consistenza delle varie aree il valore medio del coefficiente di sovradimensionamento, a ciò dovuto, che ne esce è 1,66.
Il valore complessivo che ne risulta è pari al prodotto dei due coefficienti ( 1,25 x 1,66 ) e cioè pari circa a 2.
Nel ragionamento che abbiamo condotto in altri "post" del blog, nei quali si propone la grave affermazione che i calcoli di verifica dell’autoprotezione proposti dalla norma CEI 81-10 non hanno praticamente senso alcuno, abbiamo ipotizzato un valore del coefficiente di sovradimensionamento inferiore a quello oggi proposto. Ciò rafforza la nostra conclusione, cioè che la procedura di verifica oggi utilizzata dalla norma CEI 81-10/2 ha scarsissimo ( nullo ? ) rigore scientifico.
Se un sovradimensionamento medio di 200 volte ( 266 volte recependo l'ultima osservazione ) del risultato può essere, in mancanza di meglio, non senza sbigottimento, sopportato in materia di sicurezza in relazione alla perdita di vite umane, esso è sicuramente inaccettabile in altre situazioni, ad esempio nel caso di valutazioni di convenienza economica.
Perchè non approfondire!!?? C'è un errore !?

mercoledì 12 novembre 2008

- Nt NELLA CEI 81-3 OBSOLETI? n.3

Ho preso in considerazione i dati riportati nell’articolo dal titolo "La densità di fulminazione nel territorio italiano" a firma di Marina Bernardi di CESI spa comparso sulla rivista AEIT, gennaio/febbraio 2007. Un articolo molto interessante e rigraziamo l’autrice.
E’ riportata a pag. 51 una mappa dell’Italia indicante i risultati di una campagna di rilevazione della densità di fulmini ( Nt ) caduti nel territorio nazionale nell’arco del decennio 1969-1979 eseguita da Enel. Si notano valori mediamente abbastanza inferiori a quelli presenti nella datata norma CEI 81-3.
Tre mappe simili ( densità di rilevazione dei fulmini a terra ) relative agli anni 2002, 2003 e 2004, griglia 20 x 20 km, ottenute con il sistema moderno di rilevazione del SIRF, sono disponibili a pag. 56 nella stessa rivista anche se non con una buona definizione. Si notano valori mediamente abbastanza inferiori a quelli presenti nella norma CEI 81-3.
Una mappa simile ( densità di rilevazione dei fulmini a terra ) relativa all’arco temporale 2005 e 2006, ottenuta con il sistema moderno di rilevazione del SIRF, è disponibile a pag. 55 sempre non con una buona definizione. Si notano valori mediamente circa uguali a quelli presenti nella norma CEI 81-3. La distribuzione però dei valori di Nt sul territorio nazionale è molto diversa da quella presente nella norma CEI 81-3.
Qualche anno fa in un catalogo CONTRADE, nota società distributrice di limitatori di sovratensione, era proposta la carta della densità di fulminazione del territorio italiano per l'anno 1999 ( fonte CESI-SIRF ). Anche dall'esame di questo documento si possono notare valori mediamente inferiori di Nt rispetto a a quelli indicati nellanorma CEI 81-3.
Si conclude che mediamente i valori più probabili di Nt sono inferiori a quelli proposti dalla norma CEI 81-3. Pertanto anche se non per entità importanti si può dire che i valori di Nt proposti dalla norma CEI e che ancor oggi tutti usiamo sono doppiamente soprastimati: 1 ) i valori effettivi risultano inferiori come dimostra l’esame appena condotto, che pur non presentando la dovuta compiutezza, esprime comunque una valutazione molto indicativa; 2) la suddivisione in zone di ugual valore di Nt non rispecchia la realtà, infatti, ad esempio, nell’area contrassegnata con Nt pari a 4 fulmini/km2 la densità di fulminazione può variare da 2,5 a 4, e mediamente si deve ipotizzare che valga 3,25. Per effetto delle due cause di sovradimensionamento e per quanto già detto in questo blog in "VALORE DI Nt", in "Nt NELLA NORMA CEI 81-3 OBSOLETI ? n. 1 e n. 2" è plausibile pertanto ipotizzare un coefficiente di sovradimensionamento medio di Nt pari a 1,5 da utilizzare per il calcolo del sovradimensionamento globale del rischio da fulminazione.
Non si può non osservare che in tutto l’apprezzabile articolo presentato sulla rivista AEIT, che occupa ben otto pagine della rivista, non si spende una parola per informare il lettore su un risultato di fondamentale importanza : i valori di Nt ricavabili dai nuovi rilievi sono superiori o inferiori a quelli che ancor oggi ex norma CEI 81-3 utilizziamo?
La risposta a me sembra scontata e non mi capacito del fatto che una tale questione sia confinata in una specie di Limbo.

lunedì 10 novembre 2008

- VALORE DI Nt

Su una mappa isoceraunica autorevole reperibile almeno fino a ieri in rete ( immessa a mo' di esempio ) si nota che per una buona parte di Milano e dei dintorni ( almeno per tutto il territorio rappresentato ) nell'anno 2002 il valore di Nt è stato mediamente 2 fulmini per kilometro quadrato. Infatti per metà dell'area rappresentata Nt è compreso tra 1 e 2, per l'altra metà tra 2 e 3.La norma CEI 81-3 riporta il valore, cautelativo nei confronti di queste rilevazioni, pari a 4. Rispetto a questa singola valutazione si ricava un coefficiente di sicurezza pari a 2. Di più non possiamo osservare.

- Nt NELLA CEI 81-3 OBSOLETI? n. 1

E’ inaccettabile che in Italia dal 1997 ( ? ) si raccolgano dal SIRF dati statistici sul numero di fulmini a terra che cadono sul nostro territorio e che di essi non si possa usufruire.E’ inaccettabile anche che non si sappia se i valori di Nt presenti nella datata norma CEI 81-3 siano attendibili alla luce dei risultati ottenuti con le nuove metodologie di rilevo, molto più precise ed affidabili.Si possono fare le seguenti due considerazioni:1) sembra poco probabile che i valori ( Nt ) rilevati dal SIRF siano superiori a quelli presenti nella norma CEI 81-3; la mancata pubblicazione dei dati si configurerebbe come un attentato alla salute pubblica e andrebbe per giunta contro gli interessi degli stessi costruttori di componenti atti a realizzare i parafulmini e I limitatori di tensione, che non sono certo disinformati e sprovveduti; 2) sembra ben più probabile che i valori di Nt rilevati dal SIRF siano inferiori a quelli di riferimento contenuti nella norma CEI 81-3: non diffondendoli si agisce ( apparentemente ! ) a favore della sicurezza e nell’interesse pur legittimo dei costruttori. E’ chiaro che agire in favore della sicurezza significa anche agire a scapito delle tasche dei cittadini in quanto tali e in quanto imprenditori. Essi possono essere indotti a pagare una esuberante installazione di componenti. Mi pare che comunque quanto osservato meriti un approfondimento sotto diversi e importanti aspetti : rispetto per una valutazione obiettiva e non convenzionale dei rischi, rispetto per un impiego razionale ed appropriato delle (sempre scarse !) risorse disponibili, rispetto per il ruolo dei tecnici ( non burocraticamente esecutori, ma interpreti delle reali situazioni di rischio ) e rispetto per una vera cultura della sicurezza. Il nostro ruolo di professionisti, in quanto tecnici, è quello di far valere le nostre osservazioni in difesa degli interessi della società, che coincidono più di quanto non si creda con i nostri stessi interessi. Si auspica anche un maggior contributo dei professionisti nella stesura/formazione delle norme CEI. Altri credo interessanti approfondimenti su Nt seguiranno.

- Nt NELLA CEI 81-3 OBSOLETI? n.2

Nt in Italia nell’anno 2001 secondo SIRF.Abbiamo la fortuna di poter osservare nel numero di settembre 2003 della rivista AEIT la mappa isoceraunica ( fulmini a terra per kilometro quadrato e per anno ) del territorio italiano per l’anno 2001.L’esame sommario della mappa sembra consentire di affermare che i valori rilevabili sono mediamente inferiori a quelli riportati nella mappa isoceraunica proposta nella norma CEI 81-3 ( 1999 ).Un altro tassello a favore del fatto che i valori riportati della norma CEI sono superiori a quelli effettivi?