venerdì 27 maggio 2011

Il cosfi e gli impianti fotovoltaici. La norma CEI 64-8 tace.

Il rischio elettrico da ben valutare che spesso si incontra negli impianti elettrici di media e grande potenza, per il quale il potere di interruzione dell’interruttore automatico installato è sì maggiore della corrente di corto circuito presunta, ma contestualmente il cosfi con cui essa si presenta risulta inferiore a quello con cui l'interruttore stesso è stato provato dal suo costruttore e quindi per il quale è abilitato, è particolarmente sentito nel caso degli impianti fotovoltaici. -Si sa che negli impianti fotovoltaici di media-grande potenza si mettono in gioco tutte le azioni utili al raggiungimento di rendimenti elevati. Si utilizzano pertanto conduttori di sezione abbondante e soprattutto trasformatori MT/BT a basse perdite. Con ciò inevitabilmente l’impianto incorre nella situazione rischiosa sopra richiamata e a detta degli stessi esperti del CEI da me interpellati non siamo in grado di valutare il grado di rischio, in cui tutti veniamo coscientemente o incoscientemente a trovarci.
Strano che di fronte ad una situazione di rischio indefinita, nessuno, nemmeno gli stessi normatori del CEI, si mettano fretta a definirla e a stabilire il da farsi per valutarlo e ridurlo come recita il DLgs 81/08. Che senso ha definire il potere di interruzione degli interruttori a un certo cosfi, se quest'ultimo non influisce sulla sicurezza della sua azione?
Dobbiamo aspettare altri dieci anni per vedere risolta la questione !
Possiamo applicare il comportamento, che nel caso specifico del cosfi viene concretamente ammesso, anche in altre situazioni: perciò, se anche non è provato che i dispositivi che prevediamo di installare sono in grado di superare le prove, cui possono essere sottoposti in campo, possiamo installarli lo stesso.

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