mercoledì 16 luglio 2025

2. IL PUNTO DELLA SITUAZIONE NELLA SELEZIONE DEGLI INTERRUTTORI DI PROTEZIONE DI BT IN CONDIZIONI DI APPLICAZIONE FUORI STANDARD

 Si sa che le norme CEI EN IEC 60947-1 e 2, che trattano le regole per definire le prestazioni e le prove degli interruttori di protezione di BT, caratterizzano  gli stessi interruttori, per quanto attiene al loro comportamento in caso di cortocircuito, da un potere di chiusura e da un potere di interruzione nominali. Questi due poteri hanno in comune il fattore di potenza (FDP) della corrente di cortocircuito (CCC). Al comune FDP i due poteri sono da riferire. Con l'assegnato valore del FDP gli interruttori sono attentamente verificati in laboratorio con l’attribuzione finale dei  due poteri ben distinti. Si tratta di due ben diverse prestazioni, con cui ogni progettista di impianti elettrici deve confrontarsi[1]Oggi nelle situazioni fuori standard che vedono il FDP (fattore di potenza) inferiore a quello di prova le modalità previste dalla norma tecnica, con cui procedere alla selezione degli interruttori, e la definizione delle relative responsabilità di scelta ci sembrano rispettivamente errate ed imprecisa.

Osserviamo in proposito quanto segue.

Ogni importante riferimento al fattore di potenza della corrente di cortocircuito convenzionale di prova è sparito  da molti anni sia dalle targhe degli interruttori che dalle note dei relativi cataloghi.

La norma tecnica  CEI EN IEC 60947-2 di contro fa sempre riferimento nella attribuzione dei poteri di chiusura e di interruzione a precisi non derogabili valori minimi convenzionali del FDP.

I valori minimi convenzionali di riferimento FDP non sono stati modificati nel tempo . In realtà le condizioni impiantistiche sono molto cambiate.  Di conseguenza i FDP convenzionali risultano da molto tempo obsoleti,  inadeguati e pericolosi.

Secondo l'attuale orientamento in ambito normativo, che non ci sembra sia sufficientemente dal puto di vista tecnico argomentato/giustificato [2], non sembra costituire più “un obbligo” la necessità di una approvazione da parte dei costruttori per l’utilizzo degli interruttori di protezione in condizioni fuori standard. Noi intendiamo dimostrare il contrario.

L’ambiente normativo non sembra nel merito interessato ad approfondimenti. Perdura pertanto a nostro avviso una situazione che vede i progettisti, ma non solo, investiti di pesanti responsabilità, che non competono loro, ma che dovrebbero competere oggi ai costruttori, se non anche allo stesso ente normatore.




[1] L’art. 533.3.2 della norma CEI 64-8 chiede che il potere di interruzione sia superiore alla corrente di cortocircuito presunta, trascurando completamente di chiedere il confronto con il suo fattore di potenza, dando erroneamente come un dato di fatto che il FDP  sia sempre superiore a quello convenzionale di prova. Poichè ciò non è, il testo non sembra aver adottato l'atteggiamento prudente che di solito si addice al contenuto di una norma tecnica.

[2] L'ambiente normativo sostiene erroneamente che il problema che si solleva è del tutto marginale. Ogni .ulteriore approfondimento non è necessario e quindi giustificato.

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