La nuova edizione della norma CEI 64-8 ha accolto solo parzialmente le nostre osservazioni. Ciò relativamente all'articolo 533.3.2 della norma che tratta della scelta degli interruttori automatici di protezione. Nella parte commenti relativa all'articolo 533.3.2 si legge oggi quanto di seguito riportiamo.
”Commento 533.3.2
Gli apparecchi di protezione per la protezione dal cortocircuito devono essere conformi ai requisiti delle norme CEI che trattano interruttori automatici e fusibili, ma deve essere tenuto in considerazione anche che le condizioni di installazione negli impianti possono essere diverse da quelle previste in quelle norme, in particolare con riferimento a:
• Il fattore di potenza della corrente di corto circuito, in un sistema a corrente alternata in un impianto, può essere inferiore a 0,2, valore minimo previsto dalle norme di prodotto (Interruttori) per la prova di cortocircuito in apertura;
• La riduzione della componente c.a. e c.c. della corrente di cortocircuito. La conseguenza è che il rapporto tra il potere d’interruzione nominale limite di cortocircuito Icu ed il potere di chiusura nominale in cortocircuito Icm corrispondente, nelle normali condizioni dei sistemi di distribuzione, può essere inadeguato. In questi casi, gli interruttori automatici devono essere scelti in base al loro potere di chiusura Icm potere di chiusura nominale in cortocircuito. (short-circuit making capacity), anche se il loro potere d’interruzione nominale, riferito alle condizioni normali, può risultare superiore a quello richiesto dalla effettiva applicazione.
Si suggerisce inoltre di consultare il costruttore dell’apparecchiatura per avere maggiori informazioni."
La nuova edizione della norma CEI 64-8 ha accolto solo parzialmente le nostre osservazioni anche relativamente all'articolo 434.3.3 della norma che tratta della scelta dei condotti sbarra, che nella parte commenti recita : "Valori di Icw minori della corrente di cortocircuito presunta sono accettabili, a pari I2t, se il valore di picco della corrente di cortocircuito presunta non supera quello tollerabile indicato dal costruttore del sistema di condotto sbarre o di binario elettrificato. In alcune situazioni (per es. in vicinanza di trasformatori di potenza e/o di generatori) il fattore di potenza della corrente di cortocircuito presunta da considerare è, al contrario di quanto avviene in altre più frequenti situazioni, inferiore a quello di prova convenzionale dei condotti sbarra definito in base all’Icw. In queste situazioni o equivalenti la corrente nominale di tenuta al picco del sistema di condotto sbarre o di binario elettrificato non deve essere inferiore al valore di picco della corrente di cortocircuito presunta, fatti salvi gli effetti di limitazione, dell’eventuale dispositivo di protezione posto a monte".
E' chiaro che per entrambi i casi richiamati si tratta di finalmente almeno allarmare i progettisti, i quadristi e i collaudatori sul problema dei cosfi della corrente di cortocircuito presunta. Tali cosfi sono spesso troppo bassi relativamente alle condizioni dell'installazione di interruttori di protezione, di condotti sbarra e di barrature di quadri elettrici importanti. I cosfi da contrastare sono inferiori a quelli di prova in apertura, in chiusura degli interruttori e a quelli utilizzati per la prova di tenuta dei condotti sbarra/barrature.
A nostro avviso non si elimina il rischio per i progettisti di cadere in scelte errate. Inoltre ogni responsabilità resta in prima battuta tutta in capo ai progettisti, quadristi e collaudatori. Comunque un segnale di attenzione è stato almeno comunicato.
E' bene a scanso di pesanti responsabilità che i progettisti, i quadristi e i collaudatori per le applicazioni "critiche" si dotino di consenso scritto dei costruttori degli interruttori e dei condotti sbarre e barrature.